PROFESSIONE FOTOGRAFO: LAURO ATTI

La galleria fotografica che racconta per immagini la storia professionale di Lauro Atti.

Professione Fotografo
Lauro Atti

Dopo le interviste a Mirco Lazzari e a Fabio Grandi, è arrivato finalmente il momento di presentare un altro fotografo, Lauro Atti. Non ricordo con esattezza quando e dove ho conosciuto di persona Lauro, ma quello che è certo è che l'ho visto dalla prima volta che mi sono trovato a fotografare a bordo pista. Lauro, infatti, c'è sempre, impossibile non incontrarlo. La sua storia professionale, come leggerete nella breve nota biografica che introduce l'intervista, parte da molto lontano, e ci regala - attraverso una splendida galleria di immagini d'epoca - uno spaccato di quello che sono stati gli sport motoristici dagli anni '60 ad oggi. Storie di passione e amore per la velocità e che oggi, ammirando le fotografie che ritraggono i nostri miti di gioventù, quali Gilles Villeneuve, Ayrton Senna, Michele Alboreto, si accompagnano ad una sensazione di rimpianto e un senso di perdita che nemmeno il tempo ha saputo affievolire. 
Sono felice di poter ospitare questa emozionante galleria, e mi auguro che tutti voi possiate trovarvi la vostra personale “emozione”. Grazie a Lauro Atti per la collaborazione e la pazienza, considerati i tempi di realizzazione di questa nostra impresa; se volete seperne di più o contattarlo vi ricordo il suo sito personale e la sua email: attilauro@libero.it . Al prossimo fotografo!

 
 
Sono nato nel 1954 e questa mia bella avventura è iniziata per puro caso, più per la passione delle corse che della fotografia.
Andai con un amico, ora noto fotografo di cronaca, a vedere una gara e Lui, che gia allora possedeva una macchina “reflex”, mi propose di fare alcuni scatti con la sua macchina. Proprio in quel momento successe un incidente che io immediatamente fermai sulla pellicola: questi pochi ed imprecisi scatti, inviati ad un concorso indetto da una rivista del settore, fecero si che venni contattato dalla nota Agenzia fotografica Attualfoto che mi propose di andare alle gare con loro come fotografo.
Il pensiero di poter, gratuitamente, andare a veder tante belle gare in cambio “solo” di fotografare ciò che vedevo mi allettò ed accettai. Era l’anno 1977 e non mi sono più fermato.
Ho fotografato di tutto, dalle gare su strada alle gare su terra, in salita ed in pista: ovunque rombasse un motore, fossero due o quattro ruote, io andavo.
Piano piano l’esperienza aumentò e con lei anche il livello delle gare a cui andavo ed arrivò la soddisfazione della F1, dell’Endurance, del Campionato del mondo rally e di quello di motociclismo e delle prime foto pubblicate, delle copertine e dei complimenti dei fotografi che avevo sempre sognato di emulare un giorno, ed ora erano li, di fianco a me a far ciò che anch’io stavo facendo.
Ora, dopo tanti anni, ho rubato un po’ di tempo alle auto e sono tornato alla vecchia passione per le moto seguendo il Campionato del mondo della Superbike che mi sta dando tante soddisfazioni personali e professionali senza pero dimenticare le amate quattro ruote ed i tanti sacrifici fatti.
 

L'INTERVISTA

Che cos’è per te la fotografia?

All’inizio, è stato molto sinceramente, il mezzo per poter andare alle corse senza spender tanti soldi poi….,col passar del tempo è subentrata la passione e la voglia di far vedere ad altri ciò che passa davanti ai mie occhi per poter trasmettere la stessa emozione che in quel momento ho provato io.

Quando hai cominciato a fotografare e cosa?

Ho iniziato nel 1976 per scherzo assieme ad un amico,già fotografo,ad una gara a Imola,mi mise in mano la sua macchina e mi disse ,dai!! Prova a fare due scatti!!

Perché hai scelto di rappresentare gli sport dei motori? Cosa secondo te li rende tanto “fotogenici”?

Perché mi son sempre piaciuti tutti gli sport del motore anche se qualche volta ho fotografato ben volentieri anche altri sport come sci,pallavolo,calcio ecc ecc…

Le immagini che emozionano: come si creano? Cosa devono produrre in chi le osserva? E quando tu le scatti qual è il sentimento che provi?

Le immagini che emozionano secondo me non si creano,nascono dentro dall’emozione che si prova nel momento dello scatto che a volte si riesce a trasmettere a chi poi le guarda. Credo che a volte ci siano immagini che emozionano perchè ricordano certi particolari momenti.

Quali sono le fotografie a cui sei più legato e perché?

Sono certamente le immagini di qualche anno fa,quando ancora i piloti erano più avvicinabili e ci si poteva muovere con più facilità nei vari punti dove sembrava di poter scattare una immagine particolare. Bei momenti,irripetibili.

Iniziando a fotografare la velocità, a chi ti sei ispirato o hai avuto qualche maestro?

Che dire,i maestri sono stati tanti ad essere sincero,dai titolari dell’ATTUALFOTO,agenzia dove ho iniziato,ai tanti fotografi più esperti di me che seguivo a volte in giro per le strade dei rally o i circuiti cercando di capire come o quando era il momento giusto per scattare una bella immagine. L’arte del copiare non è buona solo a scuola anche se non è detto si copi poi bene. 

Hai avuto la possibilità di esporre i tuoi lavori agli occhi della gente e dei colleghi: quali sono stati i rimandi che hai ricevuto, impressioni, consigli, critiche?

No, non ho mai esposto i mie lavori perché non ne ho mai avuto l’occasione;mi è capitato però di ricevere complimenti da fotografi anche di un certo livello per delle foto pubblicate su giornali del settore.

Qual è la differenza, secondo te, tra guardare e vedere?

Mah,non so,credo che guardare sia ciò che facciamo tutti i giorno dal momento che apriamo gli occhi, poi,guardando,capita di vedere il particolare diverso, che colpisce di più e trasmette quelle sensazioni particolari che ti spingono a premere il pulsante di scatto. .

E’ vero che trovarsi nel posto giusto al momento giusto è solo questione di fortuna o c’è dell’altro?

A volte il posto giusto bisogna cercarselo,rischiando anche di andare in posti dove se non succede nulla si rischia di portare a casa immagini di scarso interesse ma a volte val la pena tentare. Rimane però il fatto che anche essere nel posto giusto al momento giusto non è una garanzia perché bisogna poi essere attenti e pronti allo scatto altrimenti il momento giusto da grande soddisfazione si trasforma in un attimo in una grande delusione.

 

L’ambiente della SBK visto da dentro: cos’ha questo mondo da renderlo tanto interessante e amato dagli appassionati?

la SBK,diversamente dalla moto GP è seguita principalmente dai veri patiti della moto perché “sentono” che quello è un mondo vicino a loro,popolato da gente con ancora dentro tanta passione,un mondo dove il business condiziona ancora marginalmente la vita di chi popola il paddok che ha di conseguenza ancora voglia di dedicare un po’ di tempo agli appassionati che li seguono.

 

Qual è il personaggio di questo ambiente a cui ti senti più legato e perché?

Non ho un personaggio in particolare a cui mi sento legato,mi piace questo ambiente proprio perché pur non avendo dei legami specifici mi accorgo che ogni volta che arrivo in certi posti provo una piccola emozione ancora dopo tanti anni,in quel momento capisco che qualcosa mi lega a quel posto ma sinceramente non mi chiedo il perché,proprio per godermi del tutto quella piccola emozione.

Il pilota che è più bello fotografare, non necessariamente il più veloce, tra quelli di oggi e di ieri e perchè?

Non saprei,son cambiate tante cose,una volta fotografare un pilota anche non in momenti di gara era abbastanza semplice anche in F1,poi col passare degli anni è diventato sempre più difficoltoso più che difficile,si direbbe che ci son piloti a cui addirittura da fastidio esser fotografati tanto evitano di guardare in macchina,poi ci sono quelli che davanti alla macchina guardano ovunque e quelli introvabili.. Ultimamente i piloti più disponibili ed educati direi che sono stati Frankie Chili,Toseland e Bayliss dei più famosi poi più si scende meno problemi s’incontrano.

 

Raccontaci l’organizzazione del tuo lavoro: puoi descriverci una tua settimana tipo quando segui un Gran Premio in giro per il mondo?

In questi ultimi anni non viaggio molto per il mondo ma l’organizzazione del lavoro è la stessa,subito dopo la gara,la sera stessa si scelgono le eventuali foto da mandare ai giornali poi dal giorno dopo inizia la scelta e la catalogazione delle immagini scattate per poter rendere più facile una eventuale ricerca anche dopo del tempo; è forse il lavoro più lungo e noioso ma che se fatto bene da poi soddisfazione in caso di bisogno.

 

Veniamo al punto cruciale: ci descrivi la tua attrezzatura “da lavoro”? e che rapporto hai con essa?

Non è un’attrezzatura particolarmente importante,giusto il necessario,2 corpi macchina digitali,1 zoom grandangolare,uno medio tele,uno tele ed un 300mm fisso più flash ed altri accessori. Tengo normalmente ben controllato il tutto,cerco di proteggerlo da polvere o umidità ma purtroppo capita di lavorare anche tutto un giorno sotto l’acqua o immersi nella polvere degli sterrati dei rally o peggio ancora la neve o il freddo. mai avuti particolari problemi dopo una bella pulita o asciugata torna tutto come prima.

 

L’avvento della tecnologia digitale cosa ha portato di nuovo nel mondo dei fotografi? Vantaggi e svantaggi dal tuo punto di vista.

Ha portato sicuramente tane novità,alcune belle altre meno. Il digitale ha portato la fotografia veramente alla portata di tutti’ha avvicinato tante persone alla macchina fotografica ma non necessariamente,purtroppo,alla fotografia. Il livello professionale è secondo me calato molto,è tutto molto più livellato,non c’è più qualcuno che emerge veramente,almeno al nostro livello.

 

Quante foto scatti in un weekend di gare? E come organizzi il tuo archivio personale una volta a casa?

Dipende dalla gara e da ciò che è necessario fare,io,venendo dall’analogico non ho tanto lo scatto facile ma portare a casa dai 5 ai 7,8000 scatti per una gara del WSBK è roba da ridere e sono tanti perché poi sono tutti da visionare e dividere per categoria,per squadra e per pilota poi e a volte,spesso si fa notte fonda. Io poi che ho sempre amato fare un po di tutto…..non so più da che parte iniziare,ho già cambiato varie volte tipo di archiviazione.

 

Il taglio dell’immagine, prima e dopo lo scatto: cosa ci dici in proposito?

Con la pellicola il taglio dell’immagine si faceva prima e questa credo dovrebbe eessere la regola ma non ne sono più tanto sicuro anche se è indubbiamente comodo poter fare qualche aggiustamento anche dopo.

 

Il consiglio che daresti a chi volesse iniziare a seguire le tue orme? Qual è la ricetta giusta per diventare un bravo fotografo?

Non so sinceramente se io sono un bravo fotografo,la strada che ho intrapreso io è fatta solo di passione, pazienza e tanta umiltà e voglia di fare. Adesso tutti vogliono arrivare subito e presto senza perder tempo ad imparare il mestiere che non è solo saper fotografare ma anche saper stare sul posto di lavoro rispettando i colleghi ed il lavoro altrui.

 

La cosa più curiosa o preoccupante che ti è capitata svolgendo il tuo lavoro?

Cosa vuoi, di cose in tanti anni ne son successe tante. Quella che più preoccupa è sicuramente quando ci si và a mettere in un posto pericoloso per fare una bella foto sapendolo. Ogni volta che passa una vettura l’emozione è forte.

 

I tuoi progetti?

Non ho progetti ben precisi sinceramente, le varianti sono troppe, sicuramente mi piacerebbe seguire di più il mondiale SBK.

 

Se tu potessi esprimere un desiderio per te e uno per questo mondo, cosa sceglieresti?

Vorrei si tornasse un po’ indietro di qualche anno.

 

Per conoscere meglio Lauro Atti:

 

La tua data di nascita – 06/02/54
Luogo di residenza – S.Giovann in Persiceto - Bologna
La città ideale dove vivere – un borgo piccolo piccolo dove tutti si conoscono
Il tuo piatto preferito – tagliatelle e carne alla griglia
Un attore – Robert Redford
Un’attrice – Jennifer Lopez
Un film – L’uomo che sussurrava ai cavalli
Un libro – non ricordo
Un disco – tutti quelli di Eric Clapton
Uno sport che non siano motori – Atletica e sci
Un giornale - Repubblica
Una vacanza - sardegna
Una città speciale – Istanbul Parigi e New York
Un animale - Cane
Un hobby - musica
Un oggetto – il mio orso Yoghi
Una macchina - sportiva
Un sogno – che cambiasse un pò il mondo

La località di GP migliore: Montecarlo
La località di GP peggiore: Montecarlo
Il trasferimento più lungo – Portogallo
Il GP SBK più bello cui hai assistito – non ricordo
La cosa migliore vista- un pilota piangere per la felicità
La cosa peggiore vista – un brutto incidente
Numero di foto scattate in un anno – non le ho mai contate
L’ospitality più ospitale – quando non c’è troppa confusione la Ducati
Il box più accogliente – quelli meno importanti sicuramente
I commissari più competenti – quelli francesi, Le Mans e Monaco principalmente
L’organizzazione più efficiente – non saprei

Il migliore - Bayliss
Il più sorprendente - Haga
Il più fotogenico - Toseland
Il più grintoso - Haga
Il più sottovalutato – non saprei,in SBK chi và…salta fuori
Il più simpatico - Bayliss
Il più grintoso - Haga
Il più coraggioso - Xaus
Il più deludente – alcuni dei giovani

L’uomo dell’anno – i medici senza frontiere
La cosa migliore dell’anno – il risultato di mia figlia a scuola
La cosa peggiore dell’anno – la gestione della mia vita privata
La tua frase preferita
Cos’è un amico/ l’amicizia – la cosa più importante,anche più della vita
Esiste l’amico/ l’amicizia – credo proprio di si ma a volte non ce ne accorgiamo
Tanti nemici tanto onore? – tanti nemici tanta solitudine
Cosa sono per te i sogni? – ciò che nessuno ci può togliere